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Trattoria Bianca

Baluardo della tradizione, la Trattoria Bianca continua a scrivere la sua storia, iniziata nel 1948 con l’osteria della nonna di Giuseppe Tartarini che, oggi a 50 anni, ha ormai preso in mano le redini di questo locale, divenuto trattoria di famiglia da più di mezzo secolo. In città la “Bianca” è un highlander, uno dei pochi locali storici rimasti a raccontare il gusto e i sapori del passato. “Per noi la materia prima è importante, la ricerca dell’eccellenza è continua, ma crediamo in una lavorazione soft che ne valorizzi la qualità”, spiega Giuseppe che, insieme a chef Paolo, accarezza la tradizione, riscrivendola in chiave moderna. Eppure i ricettari sono quelli di una volta e in cucina si consultano ancora come se fosse una missione. “Vorremmo che alcuni piatti trasmettessero un ricordo, oltre che un’emozione”, assicura Giuseppe, ribadendo, per esempio, che la Zuppa inglese è inequivocabilmente nata a Modena, nonostante leggende e campanili.
E che naturalmente quella della trattoria è “filologicamente buona”.

L’ambiente

Un vecchio casale restaurato con mobili rustici e autentici per una trattoria che Giuseppe ha riadattato a luogo di charme dove sentirsi a casa, coccolati dal tempo e dalle storie.

Cosa si Mangia

Si mangia e si assaggia, soprattutto carne e cose di una volta: i Bolliti e gli arrosti sono imperdibili e numerosi, con un carrello arricchito da almeno tre salse, rigorosamente casalinghe.
L’ampia selezione di salumi del territorio esalta il protagonista del menu, che resta il maiale, declinato anche in chicche per il palato, come i ciccioli. “La tradizione esige innanzitutto il rispetto”, dice Giuseppe. Così lo Gnocco fritto ritrova la Confettura di duroni, ormai sempre più rara. Il pane è fatto in casa e fra i primi, oltre a Tortellini in brodo, Passatelli, Quadretti in brodo con fegatini e Tortelloni di zucca ecco le altre paste, come maccheroni al pettine che si accompagnano a ragù che sanno ascoltare la stagionalità dei prodotti, uno su tutti quello a base di asparagi. Mentre fra i dolci, oltre alla “zuppa” che è un po’ il manifesto del locale, c’è anche il Gelato alla crema con marasche calde.

Cosa si beve

Un centinaio le etichette per accompagnare questo excursus di gusto nella storia. Lo Champagne è l’unico nome straniero di una carta che parla innanzitutto italiano. Non mancano gli Spumanti, c’è molta Toscana e tanto rosso piemontese. A “Bianca” però piace far “bere locale” e allora ecco una ricca selezione, con oltre dieci produttori, di Lambrusco, finalmente rivalutato come merita.